“I vostri figli non sono figli vostri, sono figli e figlie della sete che la vita ha di sé stessa.

Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi, e benché vivano con voi non vi appartengono.
Potete donare loro amore ma non i vostri pensieri:
Essi hanno i loro pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime:
esse abitano la casa del domani, che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a loro, ma non farli simili a voi:
la vita procede e non s'attarda sul passato.

Voi siete gli archi dai quali i vostri figli sono lanciati come frecce viventi.

L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito, e vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane.

Fatevi tendere con gioia dall mano dell’Arciere,

poiché come ama il volo della freccia così ama la fermezza dell'arco.”



Kahlil Gibran

martedì 17 maggio 2011

Oggi è stata una giornata intensa, davvero intensa. E mi sento contenta.

Ho contattato Ermanno, un aiuto sapido per tutti coloro che si trovano a duellare con dubbi e paura e si sentano di chiedere aiuto, e gli ho parlato della mamma che ho conosciuto venerdì sera e della figlia. 
Gentilissimo e disponibilissimo mi ha ascoltata e mi ha subito mandato, via mail, il numero di telefono di una mamma di Verona che ha affrontato la transizione del figlio alcuni anni fa.

Ho telefonato a questa mamma, Tina. Aspettava la mia chiamata e mi ha risposto con gioia. Ermanno le aveva già parlato di me e le aveva anticipato la mia chiamata.
Tina, una voce giovanissima, una voce che è melodia, una voce che è sorriso; una voce che parla di dolore e fa venire la pelle d’oca, ma con un suono talmente dolce, gaio e vivo che Tina è la gioia di vivere.

Ci incontreremo perché è troppo grande il bisogno che ho di conoscerla e di imparare da lei.

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