“I vostri figli non sono figli vostri, sono figli e figlie della sete che la vita ha di sé stessa.

Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi, e benché vivano con voi non vi appartengono.
Potete donare loro amore ma non i vostri pensieri:
Essi hanno i loro pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime:
esse abitano la casa del domani, che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a loro, ma non farli simili a voi:
la vita procede e non s'attarda sul passato.

Voi siete gli archi dai quali i vostri figli sono lanciati come frecce viventi.

L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito, e vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane.

Fatevi tendere con gioia dall mano dell’Arciere,

poiché come ama il volo della freccia così ama la fermezza dell'arco.”



Kahlil Gibran

mercoledì 26 marzo 2014

OMOFOBIA

Noi diventiamo grandi e crescendo ci lasciamo indietro episodi tristi, momenti difficili che quando eravamo bambini o adolescenti abbiamo affrontato da soli. Poi siamo diventati forti, "normali", adulti e il ricordo di quei momenti o periodi ci hanno abbandonato.
I bambini, gli adolescenti, i compagni di scuola hanno il dono di vedere prima che noi stessi ce ne rendiamo conto il nostro disagio oppure quello che per noi sarà un disagio perché ce lo avranno inventato loro. 
Quando, bambina, l'oculista mi disse che avrei dovuto mettere gli occhiali fu per me un dramma. Addirittura, ricordo, pensai "Ecco! Non mi sposerò mai!"
Ma non furono gli occhiali a crearmi disagio bensì i miei compagni che presero a chiamarmi Quattr'occhi.
Questa è una banalità, lo so benissimo, infatti crescendo il mio disagio è svanito e poi dimenticato.
Dimenticato fino al giorno in cui mio figlio mi disse di essere omosessuale.
Venerdì 21 marzo a Pordenone Atap spa + Arcigay con Vladimir Luxuria  hanno dedicato alla lotta contro l'omofobia "LA LIBERTA' DI AMARE VIAGGIA CON NOI" contro il bullismo omofobico.
Ero commossa!
Sono stati tanti gli episodi tristi e duri raccontati da Giacomo Deperu, presidente Arcigay. Una sua frase mi è rimasta scolpita nel cuore. Parlava di sè, di quando ragazzino prendeva la corriera per andare a scuola "...loro mi chiamavano frocio, sapevano che ero frocio prima ancora che lo sapessi io...".
La splendida Vladimir ha raccontato un suo tristissimo episodio di gioventù, ai tempi di scuola, ai tempi di corriera.
Poi il presidente dell'Atap (società di trasporti di Pordenone), Mauro Vagaggini, ha spiegato come la sua azienda intenda promuovere iniziative per contrastare il bullismo, qualsiasi tipo di bullismo, anche omofobico. Le iniziative comprendono la videosorveglianza estesa anche alla rete extraurbana e la formazione degli autisti e del personale. Ha nominato le linee in cui si verificano maggiormente aggressività di gruppo e questo elenco comprende anche la linea che prendeva mio figlio...
Dico un grazie immenso a Mauro Vagaggini!
Uscire di casa ogni mattina con la consapevolezza che la prima cosa che si dovrà fare sarà entrare in uno spazio ristretto e chiuso, senza vie di uscita, dove per colazione vengono serviti scherno e umiliazioni deve essere atroce. Ma fino a quando i nostri figli non ce ne parlano noi forse non riusciamo nemmeno ad immaginarlo. 
Sapere e sperare che sui mezzi ci sia personale formato alla sensibilità e ad evitare sofferenza e umiliazioni è già un sollievo. Una notizia che mi ha davvero rincuorata.
Non è che un passo, ce ne sono ancora molti da fare, ma è già qualcosa.
La cosa però davvero davvero importante è che quel nostro figlio o nostra figlia alla mattina quando esce di casa per andare a infilarsi in un autobus che lo o la porterà a scuola esca da una casa in cui la sera prima si è andati a dormire con la serenità nel cuore, dove le porte della comprensione e del rispetto siano spalancate, dove sia lecito parlare, esprimersi e farsi conoscere.
Lo dico sempre, non mi stancherò mai di ripeterlo, che nonostante in ogni famiglia ci siano problemi i figli devono sempre avere la precedenza.

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