“I vostri figli non sono figli vostri, sono figli e figlie della sete che la vita ha di sé stessa.

Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi, e benché vivano con voi non vi appartengono.
Potete donare loro amore ma non i vostri pensieri:
Essi hanno i loro pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime:
esse abitano la casa del domani, che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a loro, ma non farli simili a voi:
la vita procede e non s'attarda sul passato.

Voi siete gli archi dai quali i vostri figli sono lanciati come frecce viventi.

L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito, e vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane.

Fatevi tendere con gioia dall mano dell’Arciere,

poiché come ama il volo della freccia così ama la fermezza dell'arco.”



Kahlil Gibran

martedì 6 maggio 2014

Udine, 05 Maggio 2014





















Chris,

quando ti ho conosciuto, ti ho ascoltato parlare e ti ho guardato negli occhi mi sei entrato dentro come piombo fuso, le tue parole sono scivolate giù, dentro di me, lente e pesanti e si sono depositate nel cuore. 
Solo da mamma io ti posso parlare perché sono solo una mamma ma ciò che ho ascoltato dalla tua voce e dal tuo cuore ha aperto una nuova ferita, un nuovo dolore e te ne sono immensamente grata. 
Mi hai insegnato e mi stai insegnando tanto, grazie a te, ai tuoi racconti, mi sento ancora più determinata perché tanta sofferenza possa essere evitata. Sono sempre stata in prima linea a portare alta la bandiera dei figli, di qualsiasi figlio, che sia io, che siano i mei ma comunque solo e sempre figli. Uno stendardo che si porta con orgoglio perché esso significa vita! 
Alla mattina guardarsi nello specchio e vedere qualcosa che non piace e non perché l’immagine riflessa è il rimpianto per scelte sbagliate fatte nella vita, per ciò che significano gli errori della vita ma perché quello specchio che altro non è che un vetro cieco non è in grado di proiettare né l’anima né la persona né il senso della vita.
Esso riflette solo ciò che gli appare e non ciò che è, non rispecchia ciò che è sommerso e doloroso, non rispecchia la voglia di vivere con gioia ed impegno in ciò che è sommerso. 
Cosa sia la discriminazione, la cattiveria, l’ignoranza, l’odio ridicolo e senza fondamento lo sto vivendo sulla mia pelle e nel mio casalingo quotidiano. Una volta, tanti anni fa ero la quattr’occhi della scuola, la riccioluta dai capelli ribelli e fuori dal comune. Oggi sono invece una vergogna. Sono una madre che cresce nella maleducazione il proprio figlio permettendogli di essere omosessuale e di amare chi ama. Sono imbarazzante ed ingombrante. 
Ho provato cosa significhi sentire il proprio stomaco stretto in un pugno, l’affanno che provoca e lo smarrimento e, nel mio caso, l’incredulità. 
E anche per questa inattesa esperienza ringrazio chi mi ha fatto provare questa sensazione di soffocamento, perché parlare per parlare è una cosa mentre provarla e subirla è un’altra. 
Grazie a chi sa per avermi arricchito ancora di più! 
Rubo a Primo Levi queste due parole “ sommersi e salvati”. 
Sommersi coloro che guardando lo specchio cieco sono costretti a vedere riflesso un non essere sé stessi. 
Sommersi coloro che vivono il loro essere sé stessi in un abisso. 
Salvati coloro che come me hanno potuto aprire gli occhi grazie a Chris e alle persone come Chris. 
Noi genitori, noi tutti che abbiamo la fortuna di avere dei figli, poggiamo il nostro essere “chi siamo”  su un terreno dove affondano le nostre radici. Radici che si nutrono di insegnamenti, di regole, di tabù, di credenze, di storie del passato. Capita però che a volte il terreno sotto il quale noi poggiamo le nostre radici frani e noi ci si ritrovi fragili e senza più né appigli né certezze. Il terreno frana perché non ci sono risposte a quesiti mai considerati prima. 
Le radici affondano giù, nel passato, si sa, ma gli anni volano nell’oggi verso un futuro inconcepibile nella profondità delle radici. 
Grazie Chris, grazie tutti, che giorno dopo giorno mi permettete di vivere nonostante le mie radici non affondino in un terreno stabile ma si espandono libere. 
Mi sono sempre considerata “forte” perché ho sempre saputo e voluto andare contro corrente affermando, sempre e comunque, il mio IO SONO. Ma tu, Chris, mi hai insegnato tanto permettendomi di affondare nei tuoi occhi. 
Ci sono persone che “portano la croce”  fin dal momento in cui incontrano il proprio sé riflesso in uno specchio cieco. Noi genitori non dobbiamo essere madonne prostrate e piangenti ai piedi di una croce. Io non la sono! 
Ci sono troppi giudici pronti a giudicare, a determinare, a condannare alla felicità o alla morte. Io non sono fra questi! 
Io credo nella dignità di ogni persona poiché ogni persona ha un cuore, ha sentimenti, ha amore. 
Ho abbracciato AGEDO non solo perché ho due figli splendidi uno dei quali omosessuale. 
Ho abbracciato AGEDO perché credo nei figli, perché i figli sanno donare il senso alla vita, perché i figli sono tutto, i figli sono figli! 
I figli hanno il loro cammino da intraprendere, le sofferenze da affrontare, il dolore da inghiottire. I figli sono il senso della vita, mi ripeto, i figli sono lucciole nella notte che illuminano e rallegrano e incitano al futuro. Senza di loro la vita sarebbe buia. Senza la serenità, la felicità, la completezza dei nostri figli dove va a finire il nostro ruolo di genitori? 
Sono accanto col cuore e col pensiero e con la mia instancabile presenza a qualsiasi figlio poiché ogni figlio è unico e nella sua unicità è infinito. 
Il sorriso di un figlio, la battuta di un figlio, la frecciatina di un figlio, la critica di un figlio non è altro che orgoglio per il cuore di un genitore. 
Mamma AGEDO c’è, mamma AGEDO ci sarà sempre, mamma AGEDO non potrà mai mancare di esserci.

Un bacio. 

Mamma Agedo 

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